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Si può pensare che Santa Teresa Gallura sia un paese molto giovane. In realtà, in base al ritrovamento di una zona archeologica di periodo nuragico chiamata Lu Brandali e alla scoperta di cave di granito del periodo romano nella zona di Capo Testa, possiamo asserire che il paese ha assistito a frequentazioni di diversi popoli già da tempi molto antichi.

Alcuni scavi fatti molti anni fa, hanno portato in vita quelle che in origine erano le due zone più importanti. La prima era conosciuta come Longonis o Lungoni (il nome deriverebbe dalla particolare forma larga e lunga del porto, ed è il nome con cui si indica il paese attuale nel dialetto locale gallurese). La seconda zona veniva chiamata Tibula, frequentata soprattutto dai romani.

Questo angolo di paradiso che si affaccia sulle Bocche di Bonifacio (paese corso che dista circa 11 miglia marine), è stato per diverso tempo un fruttuoso porto commerciale utilizzato dai romani (da cui partivano le grandi imbarcazioni che trasportavano il granito estratto), è stato testimone di numerose battaglie e rifugio per banditi contrabbandieri fino alla sua fondazione.
Fino ai primi dell’800, i banditi corsi ricercati nel loro paese, si nascondevano in questa zona illegalmente. Un capitano del regno piemontese, Pietro Francesco Maria Magnon, arrivando dalla Maddalena, vide questo piccolo centro e, analizzandolo a fondo, si accorse che aveva un grande potenziale, sia come porto commerciale che come zona rurale generosa. Quando arrivò, scrisse immediatamente al Re Vittorio Emanuele I. Gli  parlò dei numerosi raccolti di frutta, verdura e cereali e dell’ottimo vino che si produceva; descrisse la situazione di contrabbando che vi era e suggerì che se si fosse costruito un piccolo paese si sarebbe potuto contare su guadagni sicuri attraverso il pagamento del dazio per poter entrare nel paese.

Le lettere furono numerose e continuarono per diversi anni. Proprio quando il capitano perse le speranze, arrivò il comunicato regale che incaricò il Magnon di occuparsi della fondazione del paese e di mantenere l’ordine, la pace e una buona istruzione. Il 12 agosto 1808 – in base ad una pianta disegnata dal pugno dello stesso Re, che riprendeva la conformazione del centro di Torino a maglia ortogonale, strade dritte e convergenti verso il centro –  venne fondata Santa Teresa in onore della moglie del Re, Maria Teresa d’Asburgo Este. I terreni per la costruzione delle case furono regalati, in cambio convinsero i banditi (pentiti) e coloro che vivevano nelle campagne vicine di trasferirsi nel nuovo borgo per condividere una vita civile, pacifica e ordinata; il tutto gestito in piena legalità sotto la vigile direzione del Magnon. Dopo cinque anni dalla fondazione il paese era ben popolato; i frutti donati dall’ottima terra, il ricco bestiame che si possedeva e i dazi che coloro che arrivavano in paese dovevano pagare, avviarono un commercio in piena regola, regalando al paese prosperità e autonomia. In effetti Santa Teresa Gallura, rispetto ad altri centri vicini, è sempre stato un paese fortunato che ha potuto  contare sulle sue potenzialità. Dopo la seconda guerra mondiale, arrivarono degli abili pescatori dall’isola di Ponza. I ponzesi, che tutt’ora vivono da ormai diverse generazioni a Santa Teresa, avviarono l’attività della pesca (non praticata  fino a quel momento), contribuendo in modo ottimale al commercio del paese. Santa Teresa Gallura è stata una delle prime mete turistiche in Sardegna. Ancora prima che si diffuse il fenomeno della Costa Smeralda (costruita dal principe ismailita Āgā Khān è diventata meta dei ceti sociali più agiati) i teresini (o lungunesi nel dialetto locale) durante la stagione estiva, non avendo altre possibilità, si trasferivano nei pagliai o nelle cantine e  “affittavano” il loro posto letto ai primi turisti (soprattutto stranieri) presenti sul posto. Piano piano, con i primi soldi ottenuti da questo nuovo fenomeno, furono aggiunte camere all’interno delle proprie case, furono costruite altre abitazioni e i primi alberghi.  Il primo in assoluto fu l’E.S.I.T, seguito poi dall’Hotel Cecco che tutt’ora esiste.  Nei primi anni ’60 il paese godeva di ottima fama e soprattutto poteva già contare sul servizio traghetti che collegava la Sardegna alla Corsica (unico collegamento via mare pubblico).

Ad oggi Santa Teresa Gallura (che dal maggio 2005 fa parte della provincia Olbia Tempio) conta 5.225 abitanti, 26 hotel, 4 bed & breakfast, 2 campeggi, circa 700 posti barca, 37 ristoranti, 3 agriturismo (circa) ed innumerevoli case vacanze.

Santa Teresa ha una delle spiagge più belle al mondo: La Rena Bianca; per la sua purezza, incontaminatezza e bellezza, riceve la “Bandiera Blu” da più di 20 anni ed esattamente dal 1987. In tema balneare però, non si può non nominare l’area di Capo Testa, La Marmorata e Porto Quadro.

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